Tutti ci stiamo chiedendo per quanto durerà ancora questa pandemia, dove tutti stiamo affrontando una serie di cambiamenti radicali sotto ogni punto di vista: dal lavoro alle più comuni abitudini, e tutto ciò fa pensare ad alcune trasformazioni definitive che stanno avvenendo nelle vite (lavorative e non) di ognuno di noi. Trasformazioni che sono in corso per forza di cose anche all’interno delle aziende, piccole e grandi, soprattutto in termini di produttività aziendale.
Proviamo quindi a capire quali sono i principali cambiamenti che stanno avvenendo, basandoci sulle strategie organizzative sperimentate dai grandi colossi tecnologici, Twitter e Microsoft in primis.
La produttività home-made
Lo smart working “per sempre”

Twitter risponde al Covid-19 con una decisione storica: la piattaforma di microblogging statunitense sarà la prima ad adottare lo smart working permanente.
Come descritto in una e-mail dal suo fondatore e CEO, Jack Dorsey, chi ricopre un ruolo e ha una situazione che consente il lavoro da casa, potrà farlo anche dopo la fine della pandemia.
Come prendere una scelta del genere da parte di un’azienda così grande?
“Si tratta di una particolare attenzione rivolta ad una strategia organizzativa decentrata e ad una forza lavoro capace di poter svolgere il proprio lavoro da qualsiasi posto nel mondo senza impattare negativamente con la produttività aziendale”, spiega Dorsey.
Un vero e proprio sogno per i sostenitori dello smart working, per chi non ama le code in auto e le lunghe tratte in treno.
E negli ultimi mesi Twitter ha dimostrato che questo sogno può diventare realtà, incentivando i dipendenti a creare uno spazio di lavoro adeguato dotandoli di sedie e scrivanie.
Diminuire le ore lavorative è un male?
La settimana corta di Microsoft

Nel frattempo nella sede di Tokyo di Microsoft hanno svolto un esperimento in occasione del “Work Life Choice Challenge” per tutti i 2.300 dipendenti.
L’esperimento consisteva nel tenere gli uffici chiusi il Venerdì, Sabato e Domenica, lavorando soltanto 4 giorni a settimana. I risultati sono stati a dir poco sorprendenti.
Il dato principale arriva dalla produttività aziendale, che si è alzata del 39,9%. Una crescita importante, che deriva dallo snellimento di alcune fasi del processo aziendale.
Altro risultato rilevante riguarda i costi e l’impatto ambientale: le spese per l’energia elettrica si sono ridotte del 32,7%. A questi risultati positivi si uniscono i feedback dei dipendenti che si dichiarano ampiamente a favore della settimana lavorativa da quattro giorni.
Microsoft infatti ha da poco annunciato un nuovo esperimento a breve. E se le risposte saranno ancora così positive, con ogni probabilità Microsoft deciderà pian piano di imboccare questa nuova strada.
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L’opinione della politica a riguardo
Un’ipotesi di settimana lavorativa “corta” è stata messa in campo anche da Germania e Finlandia, che la valutano come un’ottima strategia per aprire nuovi margini di assunzione per le imprese.
Dalle testate del Deutschland Funke è arrivata l’apertura del ministro. “La riduzione delle ore lavorative potrebbe anche essere una misura adeguata, con una compensazione del salario”, ha affermato. La condizione necessaria è però “che le parti sociali si mettano d’accordo”.
Il mio commento
La produttività aziendale si appresta ad essere totalmente rivoluzionata dalle nuove teorie in termini di organizzazione (strutture orizzontali, decentramento, forza lavoro flessibile e modulabile) e dalla tecnologia che tra software, dispositivi e connessioni ci permette di essere sempre al posto giusto al momento giusto.
Le imprese dovrebbero iniziare un percorso graduale di riorganizzazione e digitalizzazione che permetta di essere solidi nel lungo periodo, abbattendo in maniera drastica molti costi fissi (uffici, utenze, ecc.) ed avere comunque la possibilità di avere i membri del sempre connessi tra loro per condividere idee, risorse e obiettivi da raggiungere.